Perché è possibile sentire un eco nelle orecchie?

Il funzionamento del sistema uditivo umano è piuttosto complesso, in quanto prevede numerosi passaggi al fine di garantire la corretta conversione delle onde sonore in impulsi elettrici percepibili dal cervello. Le onde sonore vengono convogliate nel condotto uditivo esterno grazie alla particolare conformazione del padiglione auricolare, per poi viaggiare verso il timpano, dove avviene la trasformazione in impulsi nervosi. La presenza di ostacoli lungo tale percorso può causare la percezione di eco nelle orecchie. Ad esempio, un tappo di cerume potrebbe impedire alle onde sonore di penetrare correttamente nell’orecchio interno.
Ma occlusioni e ostruzioni dell’orecchio esterno non sono l’unica causa di tale fenomeno. Qui di seguito ti illustreremo alcune delle cause più comuni che possono portarti a sentire l’eco nelle orecchie.

Quali sono le cause più comuni di eco nelle orecchie?

Tappo di cerume
Un accumulo di cerume in eccesso è la causa più comune della percezione di eco nelle orecchie. Ostruzioni di tale natura possono incorrere quando le ghiandole ceruminose producono una quantità superiore alla norma di cerume, il quale può indurirsi e ostruire il condotto uditivo. Il cerume può accumularsi anche in seguito a manovre errate di pulizia, come l’inserimento di cotton fioc o bastoncini di cotone nel condotto uditivo.
Infezioni alle orecchie
L’orecchio è un organo particolarmente soggetto allo sviluppo di infezioni. I sintomi possono essere diversi e richiedere ciascuno un trattamento specifico. Ad esempio, un’infezione a livello dell’orecchio interno (otite interna) o medio (otite media) necessita di un diverso piano di cura rispetto a un’infezione a livello dell’orecchio esterno (otite esterna). Tuttavia, tutte le forme di otite possono scatenare la percezione di eco nelle orecchie.
Neurinoma acustico
Il neurinoma acustico, noto anche come schwannoma vestibolare, è un tumore di natura benigna a crescita lenta che si sviluppa a livello del nervo stato-acustico, ovvero il nervo che trasmette al cervello il suono sotto forma di impulso nervoso. La pressione esercitata dalla formazione tumorale può infatti causare perdita di udito, acufene (fischi nelle orecchie) e persino la sensazione di sentire l’eco nelle orecchie.
Ipoacusia neurosensoriale
L’ipoacusia neurosensoriale è una forma di perdita uditiva progressiva e irreversibile. Si stima che quasi il 90% delle forme di ipoacusia sia di tipo neurosensoriale. Di norma è dovuta al naturale processo di invecchiamento, in quanto con il passare del tempo la coclea e le altre strutture dell’organo uditivo interno si danneggiano senza rigenerarsi. Nota anche come presbiacusia, la perdita di udito neurosensoriale colpisce entrambe le orecchie con la medesima gravità (ipoacusia lieve, moderata, severa o profonda).

Numerose persone affette da presbiacusia sono anche colpite da acufene, ovvero dalla percezione di fastidiosi fischi nelle orecchie senza alcuno stimolo sonoro esterno. Tale disturbo deriva infatti anche dal danneggiamento delle cellule ciliate della coclea, ovvero le cellule sensoriali deputate alla captazione dei suoni e successiva trasformazione delle onde sonore in impulsi elettrici. L’acufene può presentarsi sotto forma di fischi, ronzii, fruscii e dare quindi la sensazione di sentire un eco nelle orecchie.
Sinusite
La sinusite è un'infiammazione dei seni paranasali. Alcuni sintomi caratteristici sono la presenza di muco, arrossamento, gonfiore e dolore. Inoltre, non è insolito avvertire sensazioni a livello delle orecchie, compreso l'eco. Le due forme principali di sinusite sono la sinusite acuta e quella cronica.

In genere, la sinusite acuta insorge in seguito a influenza, raffreddore o altro virus respiratorio. Quando questi virus attaccano i seni paranasali, ne causano il gonfiore e il conseguente restringimento delle cavità. Il muco quindi riempie i seni paranasali ostruendoli e creando l’ambiente ideale per lo sviluppo di batteri, virus e funghi. La sinusite raggiunge infine il suo apice generando una pressione dolorosa e mal di testa.

La sinusite cronica, invece, ha una durata superiore alle tre settimane. In tal caso è necessario rivolgersi subito al proprio medico di base, in particolare se i sintomi sembrano non passare o aggravarsi.
Diplacusia
La diplacusia è un disturbo uditivo noto anche come sindrome dell’udito sdoppiato o paracusia doppia, in quanto comporta la percezione di un unico suono sotto forma di due suoni di tonalità diversa.

Esistono diverse forme di diplacusia:
  • Diplacusia binaurale: lo stesso suono è percepito diversamente in entrambe le orecchie. Si tratta della forma più comune.
  • Diplacusia monoaurale: in questo caso, un unico suono è percepito come due suoni diversi nello stesso orecchio.
  • Diplacusia disarmonica: il medesimo suono è percepito correttamente in un orecchio, ma in una diversa tonalità nell’altro. Può avere diverse cause, tra cui le più comuni sono infezione auricolare, esposizione a rumori di forte intensità o trauma cranico.
  • Diplacusia ecotica: comporta un ritardo nella percezione dei suoni, in quanto un singolo suono viene percepito in fasi successive nelle due orecchie, causando una situazione di eco. Il cervello non è quindi in grado di percepire il suono come unico. Le maggiori cause di tale forma di diplacusia risiedono in disturbi a livello dell’orecchio medio o esterno.
  • Diplacusia mista: insorge quando sono presenti entrambe le ultime due forme descritte di paracusia doppia, causando quindi la percezione di un eco in diverse tonalità.
Allergie
Milioni di persone durante la stagione primaverile sviluppano i classici sintomi di rinite allergica. Oltre a prurito agli occhi e congestione nasale, tale allergia può causare perdita di udito e perfino eco nelle orecchie. L’accumulo di fluido in eccesso a livello auricolare può infatti causare fenomeni di pressione eccessiva, fastidio e calo dell’udito.
Farmaci ototossici
Alcuni farmaci possono avere ripercussioni negative sulle cellule ciliate presenti nell’orecchio interno. Ad esempio, farmaci chemioterapici, determinati antibiotici, farmaci antinfiammatori come ibuprofene e aspirina possono tutti favorire l’insorgere di disturbi uditivi tra cui la percezione di eco nelle orecchie. 

Come si cura l’eco nelle orecchie?

Naturalmente, il piano di trattamento è da formulare in base alla causa scatenante della sensazione di eco nelle orecchie. Ad esempio, in presenza di un’otturazione auricolare causata da un tappo di cerume, basterà rimuovere tale accumulo per tornare a sentire come prima. Per una pulizia accurata del condotto uditivo è necessario rivolgersi a uno specialista audiologo o medico otorinolaringoiatra.

In presenza di una dolorosa infezione auricolare o di sinusite, invece, è spesso necessario ricorrere a una cura antibiotica prescritta da un medico.
In qualsiasi caso, ti consigliamo di sottoporti a un test dell’udito professionale in modo da ricevere una valutazione accurata della tua capacità uditiva. In determinati casi, lo specialista audiologo potrebbe consigliarti l’utilizzo di un apparecchio acustico, soprattutto se la perdita uditiva rilevata è di livello significativo. Le moderne protesi acustiche sono in grado di avere un impatto positivo sulla qualità della vita delle persone affette da disturbi uditivi di varia natura, in particolar modo di coloro colpiti da ipoacusia.

Infine ricorda di proteggere sempre il tuo udito in situazioni di eccessivo rumore (concerti, luoghi di lavoro, ecc.). Indossa sempre tappi protettivi o cuffie antirumore al fine di ridurre il rischio di perdere l’udito o di sentire l’eco nelle orecchie a causa della prolungata esposizione a livelli significativi di rumore. 
Le informazioni contenute in questo articolo sono solo a scopo didattico e informativo: non possono e non devono mai sostituire una consulenza medica professionale. Per qualsiasi domanda relativa alla tua salute, dovresti sempre consultare un medico o un operatore sanitario.