Solo 1 soggetto su 20 può essere definito amusico; tuttavia, trattandosi di una patologia neurologica in grado di condizionare la vita quotidiana, tali numeri non sono da considerarsi irrisori. Per un soggetto affetto da amusia, ascoltare musica può rivelarsi un’esperienza sgradevole, simile al chiasso provocato dall’acciottolio metallico delle pentole. Perfino una melodia piacevole può essere percepita come un rumoroso frastuono, poiché questa sordità tonale impedisce di distinguere una melodia dall’altra.

Desideri sapere se sei affetto da amusia o semplicemente stonato? Continua a leggere per scoprire i diversi segnali in grado di confermare o dissipare i tuoi dubbi.

Cosa significa esattamente amusia? 

Il termine amusia deriva dal greco a-musìa, mancanza di armonia. Si tratta infatti di un disturbo del riconoscimento di melodie e note musicali. Naturalmente, se sei semplicemente stonato (nell'accezione popolare del termine) o non riesci a raggiungere le note alte, ciò non significa che sei affetto da amusia.

Cos’è un tono?

Se ti stai chiedendo cosa sia un tono, leggi attentamente la nostra spiegazione prima di procedere alla lettura del resto dell’articolo. Un tono è semplicemente il grado di elevazione del suono. Immagina di suonare un piano: il primo tasto ha un tono basso, mentre l’ultimo tasto emette un tono alto.

Il pianoforte presenta al suo interno circa 220 corde di diversa lunghezza proprio in funzione del tono. I tasti contraddistinti da toni bassi sono collegati a corde più lunghe, mentre i tasti dai toni più alti sono collegati a corde di minore lunghezza. Quando suoni il tasto di un piano, un sofisticato meccanismo composto da cavalletto, montante e martelletto colpisce la corda causandone la vibrazione e trasmettendone il suono per via aerea. Esso raggiunge così le tue orecchie e viene processato dal cervello.
Se hai poca familiarità con il piano, prova a immaginare il medesimo principio su una chitarra: pizzicando la corda più spessa, ne causerai la vibrazione. Questa vibrazione viene colta dal tuo orecchio, processata dal cervello e infine tradotta in suono. La velocità di tale vibrazione è ciò che rende un tono basso o alto. Se pizzichi la corda più sottile di una chitarra, essa emetterà un suono dal tono decisamente più alto, poiché vibra in modo molto più veloce rispetto alla corda più spessa. Entrando più nel dettaglio, la sesta e la prima corda di una chitarra emettono la medesima nota, il MI, ma il tono differisce sensibilmente.

Sintomi dell’amusia

Se non riesci a distinguere le note musicali corrette da quelle sbagliate a prescindere dai tuoi sforzi, probabilmente rientri tra i soggetti “sordi alle note”. Se invece continui a commettere errori mentre canti o suoni uno strumento, probabilmente rientri tra i “muti alle note”, ovvero coloro che si accorgono delle proprie stonature, ma che non riescono a correggersi. Tuttavia, prima di confermare la diagnosi di amusia, è necessario svolgere ulteriori indagini volte a capire se si tratta di semplice stonatura oppure di amusia congenita o acquisita.
Essere stonati o non possedere un senso dell’armonia impeccabile, non significa infatti essere amusici, in quanto tali caratteristiche non pregiudicano in alcun modo la percezione della musica. Al contrario, un soggetto con diagnosi di amusia presenta un disturbo percettivo che gli impedisce di distinguere i diversi toni musicali, rendendo complicato o perfino sgradevole l’ascolto di una semplice melodia.
Nonostante gli amusici non sembrino presentare divergenze anatomiche eclatanti nel loro cervello, i ricercatori hanno rilevato alcune differenze. Ad esempio, quando gli scienziati hanno confrontato le persone affette da amusia con quelle esenti da specifiche difficoltà musicali, hanno rilevato una sostanza bianca più sottile nei soggetti amusici. Perché questo è importante? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo capire il ruolo della sostanza bianca. 
In poche parole, la sostanza bianca è la rete di fibre nervose che collega il lobo frontale destro e il lobo temporale destro del cervello. Il lobo frontale destro è l'area dove hanno luogo le funzioni psichiche superiori atte alla produzione di suoni e linguaggio. Il lobo temporale destro, invece, è la zona dove avviene l'elaborazione di base del suono. Poiché le persone affette da sordità tonale presentano una sostanza bianca più sottile, i ricercatori ipotizzano un indebolimento di tale connessione tra le due parti del cervello. 

Quali sono le cause dell’amusia?

Nonostante il livello di esposizione alla musica durante la prima infanzia abbia una notevole influenza sullo sviluppo delle abilità alla base del processo di percezione e ascolto musicale, è improbabile che i fattori ambientali siano responsabili della comparsa dell'amusia. Questo disturbo neurologico è di natura prevalentemente genetica, poiché coinvolge la capacità elaborativa del cervello, non la facoltà di percepire i toni. Pertanto, si tratta di una malattia ereditaria che può essere trasmessa ai propri discendenti. 
La natura congenita è dimostrata anche da diversi studi aventi come oggetto coppie di gemelli affetti da amusia, i quali presentavano il medesimo senso dell’armonia. Ulteriori ricerche condotte sino a oggi nel campo dell’amusia, ne hanno stabilito l’origine prettamente congenita, in quanto si tratta di un deficit a livello cerebrale in assenza di alterazioni a livello del sistema uditivo. Tuttavia, l’amusia può anche essere acquisita, ovvero derivare da lesioni del lobo temporale non dominante.
Dal punto di vista scientifico, l’amusia è una patologia di natura neurologica, in cui il fascicolo arcuato, ovvero il gruppo di fibre neurali che connette il lobo temporale del cervello (sede della corteccia uditiva) con il lobo frontale (sede della corteccia motoria primaria), non funziona correttamente o presenta una malformazione. Secondo la letteratura scientifica, nei soggetti affetti da amusia congenita, la sostanza bianca a livello del fascicolo arcuato destro risulta ridotta; talvolta, invece, il fascicolo arcuato è completamente assente.
Il trasferimento diretto dei suoni dall’area temporale (deputata alla percezione uditiva) all’area frontale (deputata alla produzione) del cervello mediante il fascicolo arcuato risulta quindi compromesso, impedendo ai soggetti amusici di riprodurre i suoni in maniera accurata. In parole povere, le persone affette da amusia non possono letteralmente sentire di essere stonate. È infatti impossibile cantare in modo intonato senza una corretta relazione tra produzione e comprensione dei suoni.

Un interessante aspetto negativo dell’amusia è la totale assenza, per chi ne è affetto, di un quadro di riferimento su come è strutturato un motivo musicale. Non essendo in grado di riconoscere e codificare le variazioni tonali, un soggetto amusico percepisce la musica come un caos incomprensibile e snervante.

E ora la buona notizia!

Diversi studi hanno dimostrato che l'elaborazione ritmica e melodica sono indipendenti l'una dall’altra; pertanto, chi soffre di amusia può replicare il ritmo con la stessa precisione di chi non ne soffre, a fronte della medesima quantità di esercizio. Questa è una notizia fantastica, perché essere “sordi alle note” non significa non poter partecipare alla musica in modo significativo. Quindi procurarsi una batteria può essere una scelta vincente per quella piccola percentuale della popolazione realmente amusica.