In questo articolo

Gli acufeni possono essere anche oggettivi, sebbene si tratti di casi rarissimi. Questa forma di tinnito è generata da fenomeni fisiologici che si verificano in prossimità dell'orecchio medio, pertanto può essere avvertita anche dal medico. Un esempio di acufene oggettivo è l’acufene pulsante, un suono ritmico in sincronia con il battito cardiaco, derivante dal passaggio del sangue nei vasi sanguigni. Le cause principali che portano alla comparsa di acufene sono patologie che interessano il sistema uditivo (ipoacusia, tappo di cerume, otite, traumi acustici), disordini temporo-mandibolari, cervicalgia, nonché assunzione di determinati farmaci.
Per confermare o meno la diagnosi di acufene, la soluzione migliore rimane rivolgersi al proprio medico curante o specialista otorinolaringoiatra. È possibile ricorrere a diversi rimedi per attenuare gli acufeni, sempre sotto consiglio medico, sebbene non esista ancora una vera e propria terapia in grado di guarire gli acufeni.

Tra le varie cure per acufene rientra la somministrazione di farmaci, tra cui il cortisone.

Che cos’è il cortisone?

Il cortisone è un ormone steroideo, in grado di ridurre e modulare la risposta immunitaria, al fine di alleviare stati infiammatori o reazioni di tipo allergico. Si caratterizza per la sua spiccata azione antinfiammatoria, pertanto è utilizzato per alleviare i sintomi di patologie quali artrite, infiammazioni articolari, dermatiti, gravi allergie, asma, sclerosi multipla e altre malattie.

Il cortisone può essere assunto per via orale o attraverso iniezioni intramuscolari. In caso di asma e disturbi dell’apparato respiratorio, può essere somministrato tramite inalatori, mentre in caso di malattie dermatologiche, è da prediligere l’utilizzo topico sotto forma di pomate o creme.

Nella maggioranza dei casi il cortisone è ben tollerato, tuttavia non è esente da effetti collaterali e controindicazioni, pertanto è necessario assumerlo esclusivamente dietro prescrizione medica.

Il cortisone può rivelarsi utile nella cura dell’acufene?

Il cortisone è un farmaco dalle spiccate proprietà antinfiammatorie e immunosoppressive, pertanto può rivelarsi utile nelle patologie auricolari infiammatorie, ad esempio, in caso di ipoacusia derivante da otite. Il cortisone è infatti in grado di risolvere i processi infiammatori a carico dell’orecchio esterno e dell’orecchio medio a opera di batteri, spesso innescati da una forma di otite non curata o non trattata correttamente. In questo caso, una volta eradicata l’infiammazione, la capacità uditiva torna normale.
Alla luce di questi fatti, la terapia a base di cortisone potrebbe quindi rivelarsi utile in caso di acufene acuto con concomitante perdita dell’udito. 

Iniezioni intratimpaniche

Di norma la terapia cortisonica in caso di acufene prevede la somministrazione del farmaco tramite iniezioni intratimpaniche. La procedura prevede la perforazione della membrana timpanica con un ago molto sottile, sotto controllo microscopico, e conseguente iniezione del farmaco. Così come illustrato durante il 101° Congresso Nazionale della SIO, Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale, il primo tentativo di terapia intratimpanica è stato effettuato nel 1940 proprio per cercare una cura agli acufeni. Tale trattamento prevedeva la somministrazione di morfina cloridrato, analgesico e vasoattivo, mentre nel 1970 si passò alla somministrazione intratimpanica di lidocaina e desametasone, fino ad arrivare al cortisone a partire dal 1990. Diversi studi hanno confermato la riduzione degli acufeni in seguito a iniezioni o instillazioni di soluzioni a base di glucocorticoidi attraverso la membrana timpanica. Tuttavia tali dati sono da valutare con cautela, in quanto esenti da successive verifiche e soprattutto perché si tratta per lo più di forme di acufene associate a malattia di Ménière o ipoacusia improvvisa.

Possiamo quindi affermare che in caso di acufene acuto in concomitanza con malattia di Ménière o ipoacusia, la terapia steroidea intratimpanica potrebbe dare ottimi risultati, in quanto mirata a risolvere la patologia scatenante del tinnito. 

Anche in caso di acufene di tipo cocleare, la terapia steroidea intratimpanica ha avuto esiti positivi. Secondo uno studio statunitense condotto nel 1999, tale terapia si è rivelata preziosa ai fini del controllo del tinnito per il 70% dei pazienti sottoposti a sperimentazione (7 su 10). I soggetti presentavano una diagnosi clinica di acufene prevalentemente di tipo cocleare.
Un altro studio pubblicato in India ha analizzato l’efficacia delle iniezioni intratimpaniche di desametasone, potente glucocorticoide di sintesi appartenente alla classe degli antinfiammatori steroidei. Su 40 pazienti, 24 soggetti (60%) hanno riferito la completa scomparsa dell'acufene, 10 soggetti (25%) presentavano ancora un acufene residuo di lieve entità, mentre 6 soggetti (15%) non hanno riferito alcun miglioramento. Di questi 40 pazienti, 22 presentavano solo acufene, mentre i restanti 18 erano affetti anche da ipoacusia.
Come tutte le procedure mediche, anche le iniezioni intratimpaniche possono non dare gli esiti desiderati. Il liquido iniettato attraverso la membrana timpanica arriva nell’orecchio medio e spesso percorre la tuba di Eustachio raggiungendo la parte più profonda del naso. Qui si disperde, arrivando alla coclea in scarsa quantità. Senza contare le barriere anatomiche all'assorbimento attraverso la membrana della finestra rotonda. Per questo motivo, diversi specialisti in Otorinolaringoiatria non sempre optano per tale intervento.

Iniezioni intramuscolari

I pazienti affetti da un acufene in apparenza senza alcuna causa evidente potrebbero soffrire di disfunzione temporo-mandibolare. In tal caso, si tratterebbe di una forma di acufene somatico, ossia generato da disordini muscolo-scheletrici e senza alcuna relazione con il sistema uditivo. Questa tipologia di acufene viene innescata da determinati movimenti di testa, collo e ossa mandibolari. In caso di acufene dovuto a disordini temporo-mandibolari, la terapia più indicata, secondo alcuni studi, le iniezioni intramuscolari di cortisone. Secondo uno studio olandese del 2019, il 20% dei pazienti trattati con infiltrazioni intramuscolari di cortisone ha riportato una riduzione dell’acufene.
Entrando più nel dettaglio, i pazienti con disturbi temporo-mandibolari come causa del loro acufene sono stati identificati dalla presenza di un acufene unilaterale in combinazione con dolore cervicale. Il 53% dei pazienti con acufene unilaterale associato a dolore cervicale ha visto ridurre il proprio acufene fino a 7 settimane dopo il trattamento con steroidi temporo-mandibolari.

Alla luce di tali dati, è quindi necessario procedere a un’accurata selezione dei pazienti da sottoporre a iniezioni intramuscolari di cortisone, poiché i soggetti con acufene unilaterale e dolore cervicale rispondono maggiormente a questa terapia. Al contrario, i pazienti esenti da tale comorbilità possono rischiare di subire un peggioramento del loro acufene.

Considerazioni finali

Il cortisone guarisce gli acufeni? In casi selezionati, la terapia a base di cortisone, sia per via intratimpanica sia per via intramuscolare, si è rivelata in gran parte positiva. Tuttavia, è bene sottolineare che il cortisone è solo uno strumento di controllo dei sintomi, non si tratta purtroppo di una vera e propria cura risolutiva per acufene.
Generalmente, le forme di acufene trattabili con terapia farmacologica a base di cortisone sono:
  • Acufene acuto in concomitanza con malattia di Ménière o improvvisa perdita dell’udito
  • Acufene unilaterale in concomitanza con dolore cervicale e disordine temporo-mandibolare (TMD)
  • Acufene come conseguenza di patologie infiammatorie a livello auricolare (ad es. otite)
La terapia con cortisone può determinare effetti collaterali talvolta seri, tra cui ritenzione idrica, aumento della pressione arteriosa, aumento della glicemia, osteoporosi, sofferenza gastrica. Per di più, se tali situazioni sono preesistenti, esse costituiscono una controindicazione, assoluta o relativa, alla terapia steroidea.

È quindi necessario rivolgersi a uno specialista per valutare la propria anamnesi e capire se una terapia a base di farmaci cortisonici sia in grado di donare sollievo alla forma di acufene dalla quale si è affetti.