Ma buone notizie arrivano direttamente dagli Stati Uniti. Uno studio condotto dalla John Hopkins University ha riscontrato quanto un uso corretto degli
apparecchi acustici possa rallentare del 48% il deterioramento delle capacità logiche e memoniche tra gli anziani maggiormente predisposti, considerando un arco temporale di tre anni.
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Alla luce di queste recenti evidenze scientifiche, un intervento tempestivo in termini di
diagnosi e cura della perdita di udito, anche adottando specifici apparecchi acustici, migliora notevolmente il benessere delle persone di età pari o superiore a 60 anni, donando loro una terza età serena e nel pieno delle proprie
capacità cognitive.
Orecchie e cervello: un team vincente
Il cervello decodifica e interpreta il significato dei suoni captati dalle orecchie a cui siamo continuamente esposti.
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Pertanto condurre una vita sociale ricca di suoni e parole consente di mantenere attivo il cervello, il quale, essendo costantemente stimolato dal punto di vista cognitivo, riesce a mantenere intatte le connessioni neurali, essenziali per una corretta funzionalità cerebrale.
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Tuttavia sono in molti a sottovalutare l’impatto della
perdita di udito sul benessere mentale, in quanto considerata una patologia esclusivamente sensoriale. La difficoltà a percepire i suoni sottopone invece il cervello a un sovraccarico di lavoro, in quanto è costretto a interpretare le informazioni mancanti.
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A lungo andare, questo dispendio di energie può causare affaticamento e stress, con ripercussioni sulla
salute cognitiva generale.
Il legame inscindibile tra perdita di udito e salute cognitiva
La perdita di udito e la demenza sono entrambe condizioni tipiche del naturale processo di invecchiamento. Attualmente, il 65% delle persone di età pari o superiore a 60 anni soffre di una forma di ipoacusia.10 Circa il 10% delle persone di età pari o superiore a 65 anni presenta invece sintomi riconducibili alla demenza senile.11,12
Rispetto ai vari fattori di rischio noti del decadimento cognitivo, tra cui età, genetica, ipertensione e diabete di tipo 2, la perdita di udito è stata identificata come il principale fattore di rischio modificabile di declino cognitivo, contribuendo per l'8% al rischio complessivo di sviluppare demenza senile.13
Primi sintomi di declino cognitivo (14)
I
sintomi iniziali della demenza senile possono includere:
- Disturbi della memoria a breve termine
- Perdita di oggetti o difficoltà a ricordarne la posizione
- Perdita della capacità di orientamento, a piedi o alla guida
- Caduta in uno stato confusionale anche in luoghi familiari
- Perdita della cognizione del tempo
- Difficoltà nella risoluzione dei problemi o nella presa di decisioni
- Difficoltà nel seguire le conversazioni o nel richiamare alla memoria determinate parole
- Difficoltà nello svolgimento delle attività abituali
- Alterazione della capacità di giudizio, come la valutazione della distanza
I
cambiamenti comuni in termini di umore e comportamento possono includere:
- Stati di ansia, depressione o rabbia causati dalla perdita di memoria
- Cambiamenti di personalità
- Comportamenti inappropriati
- Ritiro da attività lavorative o sociali
- Ridotta risposta empatica
Come ridurre il rischio di sviluppare un declino cognitivo (15)
Fortunatamente, è possibile ridurre il rischio di demenza o rallentare il declino cognitivo agendo sulle proprie abitudini.
Svolgere attività fisica regolare è uno dei metodi migliori per ridurre il rischio di decadimento cognitivo (si raccomanda di svolgere almeno 120 minuti di attività fisica moderata o 75 minuti di attività fisica intensa a cadenza settimanale).
Una
dieta bilanciata come quella mediterranea (ricca di frutta e verdure fresche, pesce, grassi vegetali e povera di carne rossa) può favorire la limitazione del rischio di incorrere in demenza senile e in altre patologie.
Il fumo comporta diversi danni alla circolazione sanguigna del corpo nonché ai vasi sanguigni del cervello, pertanto smettere di fumare si conferma una scelta ottimale per ridurre il rischio di incorrere in un declino cognitivo.
Attenersi alle dosi raccomandate di alcol o perfino astenersi del tutto dal bere alcolici può avere un impatto benefico sulla salute mentale e cognitiva.
Partecipare ad attività mentali o sociali può contribuire a consolidare le capacità del cervello di combattere le malattie, nonché a ridurre lo stress e a migliorare l’umore, così da ritardare o prevenire lo sviluppo della demenza senile.
Il naturale processo di invecchiamento comporta lo sviluppo di diverse patologie, quali ad esempio ipertensione, diabete o perdita di udito, potenzialmente in grado di influire sul rischio di decadimento cognitivo. Sottoporsi a controlli ed esami medici regolari può sicuramente aiutare a limitare tale pericolo.
Agisci subito per preservare le tue capacità cognitive
Considerando il forte legame tra perdita di udito e declino cognitivo, diventa ancora più importante prendersi cura non solo della propria salute generale, ma anche della salute delle orecchie, sottoponendosi a regolari esami di
controllo dell’udito.
Gli apparecchi acustici sono in grado di ovviare a diverse forme di ipoacusia e pertanto si confermano un prezioso alleato nella lotta contro il
declino cognitivo, consentendo anche alle persone anziane di condurre una vita nel segno del benessere generale.
3,16
Quindi, alla luce di quanto affermato nel presente articolo, quando è stata l’ultima volta che hai
controllato il tuo udito?
Fonti
1 Vercammen C, Ferguson M, Kramer SE, et al. Well-hearing is well-being. Hearing Review. 2020;27(3):18-22.
2 Yeo, B. S. Y., Song, H. J. J. M. D., Toh, E. M. S., Ng, L. S., Ho, C. S. H., Ho, R., Merchant, R. A., Tan, B. K. J., & Loh, W. S. (2023). Association of Hearing Aids and Cochlear Implants With Cognitive Decline and Dementia: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA neurology, 80(2), 134–141. https://doi.org/10.1001/jamaneurol.2022.4427
3 Lin, F. et al., (2023). Hearing intervention versus health education control to reduce cognitive decline in older adults with hearing loss in the USA (ACHIEVE): a multicentre, randomised controlled trial. The Lancet. Advanced online publication. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(23)01406-X.
4 Kiessling, J., Pichora-Fuller, M. K., Gatehouse, S., Stephens, D., Arlinger, S., Chisolm, T., . . . von Wedel, H. (2003). Candidature for and delivery of audiological services: special needs of older people. International journal of audiology, 42 Suppl 2, 2S92-101. Retrieved from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12918635.
5 World Health Organization. (2021). World report on hearing. Geneva: World Health Organization. Retrieved March 8th, 2021. from https://www.who.int/publications/i/item/world-report-on-hearing.
6 Lemke, U., & Scherpiet, S. (2015). Oral communication in individuals with hearing impairment—considerations regarding attentional, cognitive and social resources. Frontiers in Psychology, 6, 998.
7 Holman, J. A., Hornsby, B. W. Y., Bess, F. H., & Naylor, G. (2021). Can listening-related fatigue influence well-being? Examining associations between hearing loss, fatigue, activity levels and well-being. International journal of audiology, 60(sup2), 47–59. https://doi.org/10.1080/14992027.2020.1853261
8 Winneke, A. H., Schulte, M., Vormann, M., & Latzel, M. (2020). Effect of directional microphone technology in hearing aids on neural correlates of listening and memory effort: an electroencephalographic study. Trends in Hearing, 24, 2331216520948410.
9 Holman, J. A., Drummond, A., & Naylor, G. (2021). Hearing aids reduce daily-life fatigue and increase social activity: a longitudinal study. Trends in Hearing, 25, 23312165211052786.
10 Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME). (2018). Findings from the Global Burden of Disease Study 2017. Seattle, WA: IHME. http://www.healthdata.org/sites/default/files/files/policy_report/2019/GBD_2017_Booklet.pdf
11 United Nations Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2022). World Population Prospects 2022: Summary of Results. UN DESA/POP/2022/TR/NO.3.
12 WHO, Dementia, in Key facts. 2021.
13 Livingston, G., Huntley, J., Sommerlad, A., Ames, D., Ballard, C., Banerjee, S., . . . Mukadam, N. (2020). Dementia prevention, intervention, and care: 2020 report of the Lancet Commission. Lancet (London, England), 396(10248), 413-446. doi:10.1016/S0140-6736(20)30367-6
14 World Health Organization. (2023). Retrieved November 22nd, 2023. from https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/dementia
15 Alzheimer’s Society. (2023). How to reduce your risk of Alzheimer's and other dementias. Retrieved November 22nd, 2023. from https://www.alzheimers.org.uk/about-dementia/risk-factors-and-prevention/how-reduce-your-risk-alzheimers-and-other-dementias#1
16 Sarant, J., et al. (2023 July 16-20). Cognitive Function in Older Adults with Hearing Loss: Outcomes for treated vs untreated groups at 3-year follow-up [Conference poster]. AAIC 2023 Conference, Amsterdam, Netherlands.
Le informazioni contenute in questo articolo sono solo a scopo didattico e informativo: non possono e non devono mai sostituire una consulenza medica professionale. Per qualsiasi domanda relativa alla tua salute, dovresti sempre consultare un medico o un operatore sanitario.